“TROPPA FAMIGLIA”
Ricky Memphis, Daniela Giordano e Antonello Fassari
E’ in uscita “Troppa Famiglia”, un film diretto da Pierluigi Di Lallo, con Antonello Fassari, Daniela Giordano, Ricky Memphys, Claudia Potenza, Alessandro Tiberi, Riccardo Graziosi, Rocìo Munoz Morales, Pietro Santercole. Genere: commedia.
Soggetto e sceneggiatura: Pierluigi Di Lallo, Daniela Giordano, Riccardo Graziosi
Direttore della fotografia: Rocco Marra; Musiche: Umberto Smaila.
Produzione: GattoFilm - Explorer Entertainment – Variety Distribution. Coproduzione: ICCTA - JCG Bits Production
Anteprima a Roma il 21 marzo 2022
Daniela Giordano
SINOSSI
In un piccolo centro abruzzese nel febbraio del 2020, Alfredo Buongarzone (Antonello Fassari) e Felicetta Buongarzone (Daniela Giordano), commerciante in pensione lui e operatrice ecologica prossima alla pensione lei, entrambi vedovi con un figlio, Filippo (Alessandro Tiberi) e Giacomo (Ricky Memphys), sono felicemente sposati da 30 anni in seconde nozze, dalle quali è nata Maria Concetta (Claudia Potenza).
Hanno realizzato una perfetta famiglia allargata. I figli maschi, ormai grandi e sistemati, vivono lontano. Solo Maria Concetta è ancora a casa ma prossima al matrimonio con un facoltoso olivicoltore locale, Marcello (Riccardo Graziosi). È arrivato il momento per i due coniugi di potersi dedicare a loro stessi e ai loro sogni, progettano segretamente di cambiare vita, trasferendosi in Portogallo. Comunicheranno ai figli la loro decisione, il 29 febbraio, compleanno di Alfredo e del nipotino Andrea (Pietro Santercole), quando la famiglia si riunisce per festeggiare. Ma l’armonia familiare si scopre essere solo apparenza e per una serie di motivi diversi i tre figli scombineranno i loro piani, portando al colpo di scena dell’esito finale.
Daniela Giordano
NOTE: Attraverso gli intrecci e le vicende della famiglia Buongarzone, il film racconta di quella gran parte d’Italia che da un lato aspira al cambiamento e dall’altro alla conservazione, presentando un conflitto generazionale, sia economico sia di aspirazioni, che vedono i genitori opporsi ai figli e viceversa. La famiglia Buongarzone, pur essendo una famiglia allargata che vive in un paese della provincia, è una famiglia tradizionale.
I genitori si sono da sempre occupati dei figli oramai adulti, rinunciando ai propri sogni e ai desideri, con l’unico scopo di costruire una famiglia felice che vuol dire, economicamente autosufficiente fondata sul loro lavoro.
Cosa succede se i genitori anziani pensando di avere assolto al loro compito genitoriale, immaginano un futuro che li emancipi dai doveri genitoriali e progettano di trasferirsi altrove vivendo delle loro pensioni?
La storia parte in modo semplice, con un ritmo narrativo e descrittivo teso individuare chiaramente il postulato della trama e a disegnare il grande affresco del contesto sociale nel quale la storia prende vita. Ai pochi personaggi iniziali, via via, si aggiungono nuove figure in un crescendo di svelamenti e di cinismo, in cui viene messa in scena tutta l’ipocrisia che caratterizza il prototipo della famiglia perbene italiana piccolo-borghese, senza mai sconfinare in un atteggiamento giudicante e moralistico. Ogni personaggio, senza eccezioni, è descritto allo stesso tempo come vittima e come carnefice, fedele al proprio sentire in maniera del tutto egoistica, ma capace di essere attrattivo e suscitare empatia poiché specchio di atteggiamenti e situazioni comuni a tutti.
(Foto: Officine Visuali)