Skip to main content

STEP MEDIA Presenta “Una Stanza al buio” di Giuseppe Mandridi

 18Giulia Morgani e Stefano Scaramuzzino in una Foto di Pietro Vart

Regia Claudio Boccaccini, con Giulia Morgani e Stefano Scaramuzzino (nella foto qui sopra), in scena al Teatro Belli di Roma dal 19 al 24 novembre 2024

Teatro Belli di Antonio Salines, Piazza di Sant’Apollonia, 11 Roma, Info e prenotazioni: 065894875 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Dal Martedì al Venerdì ore 21.00 - Sabato ore 19.00 - Domenica ore 17.30

Aiuto Regia: Giorgia Rumiz, Costumi: Antonella Balsamo, Scenografie: Salvatore Fucilla e Federica Scalera

“Una stanza al buio” ebbe un grande successo in una versione andata in scena al Teatro dell’Orologio esattamente trenta anni fa nel 1994.

Una stanza al buio Locandina Foto By Pietro Vart

Questa la scena: un appartamentino un po’ retrò che uno scapolo impenitente, non per nulla malvisto da un condominio incline alla terza età, ha svecchiato trasformandolo in una garçonnière sul cui pavimento campeggia una sinistra sagoma di gesso. I contorni di una salma. Di chi? Per l’appunto, dello scapolo impenitente. Ed è qui che si introducono un uomo e una donna. Lui è l’amministratore dello stabile, ma da tutti considerato e trattato come il portiere; lei, ben più misteriosa, è forse un’avventuriera alla ricerca non si sa bene di che. O meglio: non lo si sa all’inizio, ma lo si capirà alla fine. Terzo personaggio: una femmina di notevole avvenenza che saprà rendersi protagonista della storia senza nemmeno bisogno di comparire in carne e ossa ma solo attraverso la propria immagine in video.

L’azione si consuma in un arco di tempo reale mentre, dal piano di sopra, discendono le melodie mielose di una festicciola organizzata per brindare alla salute di due fidanzati ultrasettantenni.

Fra l’uomo e la donna s’avvia una schermaglia che pare da poco sul principio, ma che si farà sempre più maliziosa e, poi complice sin quasi alla scabrosità, e, da ultimo, impietosa. La dinamica che si avvia e si consuma, è quella di un plagio progressivo. L’esito, un colpo di scena. Anzi due. Forse, tre.

(Foto By Pietro Vart)