LO SGUARDO LIBERO DI TINTO BRASS
Parterre delle grandi occasioni per l'inaugurazione di "TINTO BRASS Uno sguardo libero", la splendida mostra organizzata da "Comunicare Organizzando" al Complesso del Vittoriano di Roma, dal 24 febbraio al 23 marzo. Si tratta della prima grande esposizione dedicata al regista, e presenta foto, foto di scena (gran parte delle quali sono di Gianfranco Salis che ha lavorato per molti anni con Brass), documenti inediti, lettere, oggetti di scena, sceneggiature e copioni, manifesti, bozzetti, disegni e costumi.
Il regista Tinto Brass, milanese (il suo nome è Giovanni), si è laureato in legge all’Università di Ferrara e si è poi trasferito a Parigi con la moglie Carla Cipriani (detta "Tinta"), dove è stato archivista alla Cinematheque Française, una delle più prestigiose raccolte del mondo.
Una volta rientrato in Italia, è stato aiuto regista di Alberto Cavalcanti, Joris Jvens, Roberto Rossellini.
Ha suscitato immediatamente l'attenzione della critica già con la sua opera prima, “Chi lavora è perduto” (1963). L'anno dopo ha diretto i due episodi “L’uccellino” e “L’automobile” del film “La mia Signora”, con Silvana Mangano e Alberto Sordi. Nello stesso anno e con gli stessi attori ha realizzato “Il disco volante”. Fra le tante altre pellicole ricordiamo “L’urlo” del 1968, "trasgressivo specchio poetico di un’epoca" di cui la censura impedì la proiezione fino al 1974.
Nel 1976 arriva il successo mondiale “Io, Caligola” di cui stabilisce di non firmare la regia per via di alcuni problemi con la produzione che lo ha escluso dal montaggio.
Numerosi i film firmati Tinto Brass, film in cui il regista spiega ed esplora i meandri dell’erotismo. Il più noto è “La Chiave” con Stefania Sandrelli.
Tra i lavori più recenti: nel 2002 dirige Anna Galiena e Gabriel Garko in “Senso ’45”, liberamente ispirato al racconto “Senso” di Camillo Boito.
Nel 2003 torna alla commedia erotica con il film a episodi “Fallo!”.
Tinto Brass ha sempre curato personalmente il montaggio di tutti i suoi film, il che conferisce alla sua opera un’unità espressiva da cinema d’autore.
Ha diretto anche in teatro opere come “Pranzo di famiglia” di Roberto Lerici (1973), uno spettacolo ripreso per cinque volte, con la stessa regia, fino al 1986, anno in cui, invitato a New York, riscosse un notevole successo di critica e di pubblico.
Nel 1976 ha diretto “L’uomo di sabbia” di Riccardo Rehim, e nel 1990 “Lulu” di Wedekind. Nel 2006, anno della scomparsa dell’inseparabile moglie, la Cinémathèque Française di Parigi ha dedicato a Tinto Brass un omaggio-retrospettiva dal titolo “Eloge de la chair” (Elogio della carne), con la proiezione di 10 film del “più erotomane dei cineasti ma anche del più cineasta degli erotomani” nella prestigiosa sala dei Grands Boulevards parigini.
Nelle immagini: Dettagli della mostra; Tinto Brass fotografato anni fa da Claudio Patriarca durante un'intervista esclusiva (copyright); ancora Tinto Brass con Roberta Gulotta, Pittrice e Scultrice, ed Elettra Ferraù, Direttore Generale dell'Annuario del Cinema Italiano & Audiovisivi (foto di Claudio Patriarca e Roberta Gulotta).
Tinto Brass: uno sguardo libero - 24 febbraio – 23 marzo 2016
Complesso del Vittoriano - Salone Centrale – Ala Brasini, Via S. Pietro in Carcere, Roma