INCONTRO ALL'ETRU PER PUPI AVATI
Grande successo di pubblico e di critica ha accolto il 31 ottobre scorso la presentazione del libro “PUPI AVATI fuori dal cinema italiano” di Massimiliano Perrotta.
A moderare l'incontro Steve Della Casa (attore, regista, sceneggiatore, musicista e critico) alla presenza dell'autore del libro Massimiliano Perrotta (drammaturgo e regista italiano, cura un blog di critica culturale per l'HuffPost) e del grande regista Pupi Avati.
Nella foto da sinistra: Massimiliano Perrotta (drammaturgo e regista italiano, cura un blog di critica culturale per l'HuffPost) autore del libro "PUPI AVATI fuori dal cinema italiano" pubblicato da Edizioni Sabinae, Pupi Avati, Steve Della Casa (attore, regista, sceneggiatore, musicista e critico).
Un pomeriggio divertente e coinvolgente presso le pregevoli sale dell' ETRU Museo Nazionale etrusco di Villa Giulia, dove il mattatore Pupi ha raccontato aneddoti, episodi e storie.
Racconti di gioventù a Bologna e degli esordi al cinema, non facili all'inizio ma che grazie alla perseveranza ed allo spirito pionieristico, condito da immenso coraggio, lo porteranno ai grandi successi per cui tutti lo abbiamo sempre apprezzato e conosciuto. Accompagnato dal fratello Antonio (produttore) seduto tra il pubblico e sempre al suo fianco, insieme hanno realizzato capolavori quali Regalo di Natale, Bix, I cavalieri che fecero l'impresa, Il cuore altrove, La rivincita di Natale, La cena per farli conoscere, Il papà di Giovanna, Gli amici del bar Margherita, Il figlio più piccolo, Lei mi parla ancora (per citarne solo alcuni) fino al recente capolavoro Dante che gli è valsa la Laurea honoris causa in Italianistica all’università di Roma Tre. Un riconoscimento per lo studio e la promozione dell’opera e la figura del sommo poeta da parte del regista. Cerimonia che si è svolta mercoledì 30 ottobre 2024 e che lo ha visto anche protagonista di una sua lectio magistralis dal titolo “Dante”.
Pupi Avati
Esordi difficili quindi, raccontati in maniera esilarante come solo il maestro sa fare; nel 1968 debutta infatti nel lungometraggio Balsamus, l’uomo di Satana, (la storia tragica e fantasiosa di un nano e dei suoi strani poteri) a cui faranno seguito più tardi La mazurka del barone della santa e del fico fiorone (1975) e La casa dalle finestre che ridono (1976).
Il pubblico divertito, non avrebbe voluto che finisse di raccontare, dalle riunioni per raccogliere le possibili maestranze, alla messa in opera del film stesso, dalla ricerca dell'attrice protagonista (che lo porterà a conoscere una giovane Mariangela Melato al suo debutto), alla ricerca di chi potesse finanziare l'arduo il progetto.
Un preludio a quella che sarà una carriera professionale indipendente, come ha più volte raccontato, con film autoprodotti e anticonformisti, scritti e diretti insieme al fratello Antonio, appropriandosi così di una sua libera identità, un viaggio solitario senza timori di essere alternativi.
Pupi Avati con Roberta Gulotta
Un percorso fatto anche di dure sconfitte, che però non lo hanno mai abbattuto, anzi lo hanno stimolato, perchè a suo dire, da queste si impara.
Non sono mancati attimi di profonda riflessione, sul senso delle cose e della vita, sull'amicizia, sugli amori, sul tempo che passa e che nella vita non bisogna mai arrendersi. Riflessioni dettate dal cuore, al quale il maestro si è lasciato andare, messaggi che il pubblico ha raccolto con profonda stima e discernimento.
Pupi Avati è fuori dal cinema italiano per una ontologica estraneità agli schemi culturali che nell’ultimo mezzo secolo lo hanno dominato: non ha fede nella storia, non crede nel progresso, non lotta contro il potere, non gli interessano i temi sociali, non si batte per le nobili cause, non vuole denunciare nulla, non racconta la crisi dell’Occidente, non segue le mode, non ostenta citazioni, non è laico. Per la stessa ragione il cinema italiano ama poco Pupi Avati: lo tratta con condiscendenza, premia raramente i suoi film, fatica a riconoscergli lo status di autore con la a maiuscola. Eppure pochi registi italiani sono Autori quanto lui, ogni suo film – riuscito o no che sia – ha una inconfondibile cifra stilistica e una personale chiave di lettura del mondo. Nella sciatteria generalizzata del cinema italiano odierno, suona paradossale che Pupi Avati non venga acclamato come il piccolo grande maestro che è. Pubblicato in otto puntate sull’Huffington Post, questo pamphlet sogna di avviare – a livello artistico, culturale, politico – una revisione critica radicale degli ultimi decenni. Il cinema di Pupi Avati non va rivalutato o sdoganato: va letto con occhi vergini, con occhi postnovecenteschi, con gli occhi di domani.
Massimiliano Perrotta è nato a Catania nel 1974 e vive a Roma. Regista, scrittore, critico culturale sull’Huffington Post, ha pubblicato le raccolte poetiche Riva occidentale (Sikeliana, 2017) e Dopoguerra (Torri del Vento Edizioni, 2020); il libro di racconti L’aria del tempo (Torri del Vento Edizioni, 2022); le opere teatrali Cornelia Battistini o del fighettismo (La Cantinella, 2006), Hammamet (Sikeliana, 2010, Premio Giacomo Matteotti della Presidenza del Consiglio dei Ministri), Masino Scacciapensieri (Torri del Vento Edizioni, 2019 ).
(Testo e foto di Roberta Gulotta)